var _gaq = _gaq || []; _gaq.push(['_setAccount', 'UA-26218038-5']); _gaq.push(['_trackPageview']); (function() { var ga = document.createElement('script'); ga.type = 'text/javascript'; ga.async = true; ga.src = ('https:' == document.location.protocol ? 'https://ssl' : 'http://www') + '.google-analytics.com/ga.js'; var s = document.getElementsByTagName('script')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s); })();

martedì 19 dicembre 2017

“Assassinio sull’Orient Express” è una disamina sulla giustizia che non sempre può risultare giusta e uguale

Titolo: Assassinio sull'Orient Express
Titolo originale: Murder on the Orient Express
Regia: Kenneth Branagh
Soggetto: Agatha Christie
Sceneggiatura: Michael Green
Musiche: patrick Doyle
Produzione Paese: USA, 2017
Cast: Kenneth Branagh, Penelope Cruz, Willem Dafoe, Judi Dench, Johnny Depp, Josh Gad, Derek Jacobi, Leslie Odom Jr, Michelle Pfeiffer, Daisy Dridley, Lucy Boynton, Sergei Polunin, Olivia Colman,Marwan Kenzari, Manuel Garcia-Rulfo, Olivia Colman, […]
“Assassinio sull’Orient Express”, film basato fedelmente sull’omonimo libro (1934) di Agatha Christie, è un giallo dai connotati interessanti e accattivanti, che mette in discussione la giustizia che talvolta è impossibilitata a manifestarsi giusta ed eguale. Sul treno di lusso Orient Express, che collega Istanbul a Parigi, l’ambiguo e malavitoso Samuel Ratchett (Johnny Depp), accompagnato dal suo segretario Hector MacQueen (Josh Gad) ricevendo una lettera anonima in cui c’è scritto di guardarsi le spalle, invita a cena l’investigatore più famoso del mondo “Hercule Poirot (Kenneth Branagh), vendicatore degli innocenti. Così la chiama la stampa”, per avere protezione in quanto teme per la sua vita. Ovviamente, con le sue maniere eleganti, cordiali e ricercate il detective belga Poirot, fiutando in quell’individuo un senso criminale, non accetta. Ratchett, infatti, è un delinquente che fiuta tutti gli affari che gli possano procurare denaro e ciò lo porta ad essere odiato da tutti. Durante il viaggio e durante la notte, tuttavia, il treno colpito da una slavina rimane intrappolato davanti ad una galleria e su un ponte di legno che lo sostiene interamente. In quella notte, Ratchett viene trovato morto con un numero consistente di pugnalate sul petto. Poirot essendo l’unico detective sul treno inizia a interrogare, ad uno ad uno, i tredici passeggeri che sono tutti sospettati di quel delitto: la missionaria Pilar Estravados (Penelope Cruz), il professore austriaco Gerhard Hardman (Willem Dafoe), la principessa Natalia Dragomiroff (Judi Dench) e la sua cameriera Hildegarde Schmidt (Olivia Colman), il segretario di Ratchett Hector MacQueen, Edward Henry Masterman (Derek Jacobi), il dottore Dr. Arbuthnot (Leslie Odom Jr), la vedova americana Caroline Hubbard (Michelle Pfeiffer), la governante Mary Debenham (Daisy Dridley), il conte Rudolph Andreny (Sergei Polunin) e la moglie Helena Andrenyi (Lucy Boynton), il controllore Pierre Michel (Marwan Kenzari), il venditore di automobili Biniamino Marquez (Biniamino Marquez). Al termine degli interrogatori, li riunisce tutti sotto la galleria e incomincia a confessare che è il primo caso in cui si trova di fronte ad un dilemma del tipo shakespeariano: o l’assassino dopo l’arresto del treno sia salito e dopo aver commesso il delitto sia fuggito, oppure che siano stati tutti i passeggeri a commettere quell’efferato delitto. In quest’ultima ipotesi se tutti fossero risultati assassini, nessuno sarebbe stato considerato assassino.
Kenneth Branagh), che ha più volte recitato Shakespeare, in questo bel film mette in risalto ancora una volta la sua indiscussa bravura riempiendo con la sua simpatia ogni scena e si muove a proprio agio, con l’agilità recitativa che ha sempre dimostrato, in mezzo ad un cast di attori straordinari e validi come Penelope Cruz, Willem Dafoe, Judi Dench, Johnny Depp, Josh Gad, Michelle Pfeiffer, ecc. .
Ottime anche la colonna sonora e la scenografia che fanno gustare agli spettatori  il sapore filmico che rimane nel loro ricordo per sempre.
Filmografia
Enrico V (1989), L’altro delitto (1991), Gli amici di Peter (1992), Il canto del cigno (1992), Molto rumore per nulla (1993), Frankenstein di Mary Shelley (1994), Nel bel mezzo di un gelido inverno (1995), Hamlet (1996), Pene d’amor perdute (2000), As You Like It – Come vi piace (2006), Il flauto magico (2006), Sleuth – Gli insospettabili (2007), Iron Man 2 (2010), Thor (2011), Jack Ryan – L’iniziazione (2014), Cenerentola (2015).
Francesco Giuliano

sabato 16 dicembre 2017

“La ruota delle meraviglie - Wonder Wheel” descrive con semplicità vizi e virtù dell’umana genìa

Titolo: La ruota delle meraviglie - Wonder Wheel 
Titolo originale: Wonder Wheel 
Regia: Woody Allen
Soggetto e sceneggiatura: Woody Allen
Produzione Paese: USA 2017

Cast: Jim Belusci, Kate Winslet, Justine Timberlake,Juno Temple, Jack Gore, Tony Sirico, Steve Schirtripa, Max Casella, David Krumholtz, […]
Coney Island. Anni '50. La spiaggia. La passerella. Io lavoro qui. Alla postazione 7 recita la voce narrante del film, che è quella di Mickey (Justin Timberlake), il bagnino nella vicina spiaggia che studia per diventare commediografo e che si innamora di Ginny Rannel (Kate Winslet), un’ex attrice divorziata e sposata, in seconde nozze, con il giostraio del Luna Park, Humpty Rannel (Jim Belusci). Ginny, con un figlio piromane di dieci anni che dà fuoco ad ogni cosa e in qualunque luogo, fa la cameriera presso un ristorante di pesce. L’intensa relazione amorosa, che si sviluppa con effetto farfalla tra Ginny e Mickey, sarà disturbata casualmente ma incisivamente dalla presenza di Carolina (Juono Temple), una bellissima e giovane bionda che, per fuggire dal marito gangster che la vuole uccidere, cerca rifugio presso la casa del padre Humpty. In un primo momento, Ginny accoglie Carolina senza creare problemi alla convivenza, ma ne diventa acerrima nemica quando vede che la giovane sta compromettendo la sua relazione con Mickey redarguendola spesso, tant’è che al termine di una cena le dice: visto che hai sposato uno che ha fatto i soldi ficcando la gente nel cemento probabilmente non hai mai lavato i piatti!
Woody Allen, attraverso la sua perspicacia creativa, la sua profonda cultura, il consueto linguaggio cinematografico abbastanza semplice e il fine humor  che lo caratterizzano, descrive, in modo sciolto e chiaro e con leggera profondità, la vita di uomini e donne, dei quali mette in evidenza i problemi quotidiani, le insoddisfazioni, le ipocrisie, le malvagità, i sogni svaniti o quelli ancora da realizzare, i pregiudizi consolidati, gli intrighi emotivi. Uomini e donne che vanno alla ricerca di qualche sfogo che gli permetta di esprimere i propri sentimenti inibiti ma che, al tempo stesso, palesano le loro umane limitatezze e le loro squallide azioni.
Un film coinvolgente e interessante con una trama di facile lettura, con attori del calibro di Kate Winslet che esprime con apprezzabile empatia la sua indiscussa  e indubbia bravura e del blues brother Jim Belushi.
Filmografia
Prendi i soldi e scappa (1965), Il dittatore dello stato libero di Bananas (1971), Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere (1972), Il dormiglione (1973), Amore e guerra (1975), Io e Annie (1976), Manhattan (1977), Interiors (1978), Stardust Memories (1980),Una commedia sexy in una notte di mezza estate (1982), Zelig (1983), Broadway Danny Rose (1984), La rosa purpurea del Cairo (1985), Hannah e le sue sorelle (1986), Radio Days (1987), Crimini e misfatti (1987), Settembre (1987), Un’altra donna (1978), Alice (1990), Ombre e nebbia (1992),  Mariti e mogli (1992), Misterioso omicidio a Manhattan (1993), Pallottole su Broadway (1994), La dea dell’amore (1995), Tutti dicono I love you (1996), Harry a pezzi (1997), Celebrity (1998), Accordi e disaccordi (1999), Criminali da strapazzo (2000),La maledizione dello scorpione di giada (2001),  Hollywood Ending (2002),Anything Else (2003), Melinda e Melinda (2004), Match Point (2005), Scoop (2006), Sogni e delitti (2007), Vicky Cristina Barcelona (2008), Whatever Works – Basta che funzioni (2009), Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni (2010), Midnight in Paris (2011), To Rome with Love (2011), Blue Jasmine (2013), Magic in the Moonlight (2014), Irrational Man (2016), Cafè Society (2016).
Francesco Giuliano

giovedì 14 dicembre 2017

“Dickens - L'uomo che inventò il Natale” scopre l’essenza originaria di questa festa del mondo occidentale

Titolo: Dickens - L'uomo che inventò il Natale 
Titolo originale: The Man Who Invented Christmas
Regia: Bharat Nalluri
Soggetto: Les Standiford
Sceneggiatura: Susan Coyne
Produzione Paese: Irlanda, Canada, 2017

Cast: Dan Stevens, Christopher Plummer, Jonathan Pryce, Simon Callow, Donald Sumpter, Miriam Margolyes, Ian McNeice, Bill Paterson, Annette Badland, Cosimo Fusco, […]
La trama di questo film si basa sulle vicissitudini che Charles Dickens (Dan Stevens) per mancanza di ispirazione, dopo la fama ottenuta con il suo capolavoro Oliver Twist (1837) seguita da tre insuccessi letterari, incontra con un certo travaglio nello scrivere la sua novella Canto di Natale (1843) che ebbe un notevole successo. Il grande scrittore, tormentato dalla situazione di stallo in cui si trova, vuole reinventarsi la festa di Natale, nel momento in cui sostiene che La mia immaginazione si è spenta, non ho più idee … i personaggi non fanno ciò che voglio. E nel periodo in cui il suo rapporto con il padre John (Jonathan Pryce) era molto travagliato. Si isola nel suo studio per concentrarsi sul suo passato infelice, da cui emergono i fantastici personaggi della novella e con i quali intraprende delle profonde discussioni, delle quali soprattutto risultano molto marcate e significative quelle con il malevolo e truce Ebenezer Scrooge (magnificamente interpretato da Christopher Plummer, premio Oscar) che risulta suo antagonista, quasi un alter ego.
Il regista con un tocco leggero ed equilibrato ha mantenuto sia l’humor che l’energia di Dickens sfruttando la sottile e accurata sceneggiatura della Coyne al fine di rendere il film piacevole e divertente. Al tempo stesso, egli riesce magnificamente a mettere a confronto, in modo teatrale, l’agiata vita dell’epoca vittoriana con la miseria più turpe, da cui emerge il contrasto secco tra ricchezza e povertà attraverso una precisa ambientazione cruda e l’uso fedele dei costumi.
Questo non è il solito film su Natale melenso e irreale, perché mette a nudo il vero spirito di questa festa molto sentita nel mondo occidentale. Spirito che trae le sue origini dall’antica festività romana (III secolo) del Dies Natalis Solis Invicti,il giorno di nascita del Sole invitto, la cui celebrazione avveniva nel periodo dell’anno in cui la durata del giorno iniziava ad aumentare dopo il solstizio d’inverno (quest’anno cade il 21 dicembre, alle ore 17.28, data che coincide con quella di uscita nelle sale cinematografiche) che segnava la rinascita del sole e quindi l’aumento della luce. Metafora che si contrappone all’odierna festa consumistica e snaturata, e che indica il risorgere degli affetti e dei valori che si sono perduti o sono maltrattati.
Il soggetto del film è stato tratto dal romanzo The Man Who Invented Christmas (2008) di Les Standiford e il film è stato presentato in prima internazionale alla 35^ edizione del TFF (Torino Film Festival 2017) nella sezione Festa Mobile.
Filmografia
Miss Pettigrew (2008)
Francesco Giuliano

giovedì 7 dicembre 2017

“Il premio” è una disamina divertente, ma non troppo, sulle conseguenze del successo che comporta il distacco dagli affetti familiari

Titolo: Il premio
Regia: Alessandro Gassmann
Sceneggiatura: Massimiliano Bruno, Walter Lupo, Alessandro Gassmann
Produzione Paese: Italia 2017

Cast: Gigi Proietti, Alessandro Gassmann, Rocco Papaleo, Anna Foglietta, Matilda De Angelis, Marco Zitelli, Andrea Johansson, Erika Blanc, Elettra Mallaby, […]


“Il premio”, secondo film di Alessandro Gassmann, è un’indagine autobiografica relativa al rapporto con suo padre Vittorio, grande attore di cinema e di teatro, che a causa del suo successo ha trascurato di manifestare l’affetto nei confronti della famiglia e dei figli. Quante cose non ti ho mai detto, infatti, è la frase che, in un attimo di sconforto, il padre, il noto scrittore Giovanni Passamonte, dice al figlio Oreste (Alessandro Gassmann) per evidenziare quel senso di colpa che stringe i padri a meditare ed a valutare il loro fallace rapporto affettivo con i figli a causa del successo. Il titolo del film “Il premio” si riferisce al viaggio di duemila chilometri che lo scrittore affronta in auto (perché non ama viaggiare in aereo), in compagnia dei figli, il semplicione Oreste e la manipolatrice Lucrezia (Anna Foglietta), e del suo segretario e amico Rinaldo (Rocco Papaleo), per andare a ritirare il prestigioso premio Nobel per la letteratura a Stoccolma, presso il Konserthuset. Ovviamente, questo viaggio obbliga la composita compagnia ad attraversare l’Austria, la Germania e la Danimarca dove, in particolare, a Copenaghen, la induce a visitare la città libera di Christiania, il quartiere autonomo della capitale danese, dove non si possono scattare foto – una limitazione grave questa per Lucrezia che ha la mania di scattare foto o selfie e che si vanta di aver posto su Facebook una foto da almeno tremila like -, e dove è vietato usare le droghe pesanti, ma dove si può fumare l’hashish che viene venduto liberamente. A Christiania, Oreste ritrova suo figlio Andrea (Marco Zitelli, alias Wrongonyou) nei confronti del quale mostra mancanza di attaccamento.
Giovanni Passamonte, interpretato magnificamente da uno dei più grandi attori italiani qual è Gigi Proietti, è un tipo spregiudicato, disinibito, istrionesco e, per certi versi, enigmatico che, oltre a essere stato un dongiovanni internazionale avendo “seminato” figli un po’ ovunque al mondo, durante questo viaggio mostra stravaganti bizzarrie: si compra una mucca austriaca per bere un bicchiere di latte appena munto, orina nei campi perché lo ritiene più salutare che farlo nei wc, non usa la carta di credito per cui si porta con sé illegalmente, per tutte le evenienze, cinquantamila euro, dona spontaneamente al figlio Oreste quindicimila euro per l’acquisto di una palestra e lo incoraggia ad avere un rapporto sessuale con Britta (Matilda De Angelis), la fidanzata del figlio Andrea, dice alla figlia Lucrezia riguardo al suo libro che ha forma ma non sostanza, e così via.
Il film è una commedia esilarante, coinvolgente, strepitosa, straordinaria, piacevole, interessante e dai connotati attualissimi, con una sceneggiatura originale e ricca di colpi di scena. Tutto ciò rende lo spettatore divertito e attento, passo dopo passo, al susseguirsi degli eventi, e sottolinea, in modo marcato, non solo il rapporto deficitario tra padre e figli, essendo venuto a mancare a questi ultimi l’impulso educativo paterno espresso come senso di responsabilità, trasmissione dei valori umani fondamentali, rispetto delle regole ed emancipazione. Il film, al tempo stesso, mostra anche la bellezza dei sinceri rapporti umani e la proficuità del lavoro di squadra.  
Bravissimi tutti gli attori, Gassman, Papaleo, Foglietta, che hanno mostrato senza difficoltà di indossare i panni dei relativi personaggi ed esplicitarne l'estro.
Filmografia
Razzabastarda (2013).
                                                Francesco Giuliano 

venerdì 1 dicembre 2017

In “Smetto quando voglio – Ad honorem” la proposta della “Terza cultura” in chiave cinematografica

Titolo: Smetto quando voglio – Ad honorem
Regia: Sydney Sibilia
Sceneggiatura: : Sydney Sibilia, Francesca Manieri, Luigi Di Capua
Produzione paese: Italia 2017

Cast: Edoardo Leo, Luigi Lo Cascio,Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero de Rienzo, Stefano Fresi, Pietyro Sermonti, Marco Bonini, Rosario Lisma, Giampaolo Morelli, Luigi Lo Cascio, Greta Scarano, Valeria Solarino, […]
Il film “Smetto quando voglio – Ad honorem” del giovane regista e sceneggiatore salernitano Sydney Sibilia chiude l’esilarante e fortunata trilogia, molto apprezzata anche per la sua originalità dal pubblico cinefilo; trilogia che inizia con il prequel “Smetto quando voglio” (2014), in cui si raccontano gli antefatti della storia, e segue con “Smetto quando voglio – Masterclass” (febbraio 2017).
In quest’ultimo film, che mantiene il carattere brioso dei precedenti, alla solita banda di cervelloni, guidata dal creativo e ideatore Pietro Zinni (Edoardo Leo), si unisce il fosco boss dalla faccia deturpata dal vetriolo Claudio Felici, detto Er Murena, (Neri Marcorè), per un’impresa altamente umanitaria che li affrancherebbe moralmente dagli intercorsi fatti criminali perché ci sta in giro una persona pronta a fare una strage con il gas nervino Sofox, durante la cerimonia di assegnazione di una Laurea honoris causa presso l'Università La Sapienza. Dovrebbero indagare e impedire, secondo Zinni, questo sospetto atto terroristico ad opera dell’ex professore universitario Walter Mercurio (Luigi Lo Cascio), ma nessuno gli crede neppure la sua compagna Giulia (Valeria Solarino) né l’ispettrice di polizia criminale Paola Coletti (Greta Scarano). Perché non ci sono prove. La banda è, come sempre, composta dai migliori geni universitari, squattrinati e rimasti senza lavoro che, invece, meriterebbero di professare secondo la propria competenza degnamente per il bene di tutti. Essi coprono in modo esaustivo le varie sfaccettature culturali del mondo accademico, costituendo così, nel complesso, un movimento di “terza cultura” in cui si ha implicitamente l’unione della cultura umanistica con quella scientifica. Un suggerimento questo che dovrebbe fare pensare alle istituzioni governative che l’esistente compartimentazione culturale, chiusa in se stessa, ha inibito e continua a inibire  lo sviluppo economico e quindi lavorativo del paese Italia.  Infatti, oltre al neurobiologo Zinni, operano in modo coordinato e armonico i due latinisti Mattia Argeri (Valerio Aprea) e Giorgio Sironi (Lorenzo Lavia), il chimico Alberto Petrelli (Stefano Fresi),l’antropologo Andrea De Sanctis (Pietro Sermonti), l’archeologo Arturo Frantini (Paolo Calabresi), l’economista Bartolomeo Bonelli (Libero dei Rienzo), il medico anatomista Giulio Bolle (Marco Bonini), il professore Lucio Napoli (Giampaolo Morelli) e l’avvocato di diritto Vittorio (Rosario Lisma), costituendo così una banda di dieci cervelloni tra i quali si instaura un coordinamento eccezionale e altamente efficace.
Un film sicuramente molto divertente, che esamina criticamente la situazione amministrativa universitaria, e che fa meditare sull’annoso problema dei migliori ricercatori italiani che, rimasti senza lavoro, come in questa storia potrebbero adoperare la propria creatività a fini criminali o a fini umanitari. Un miscellanea intrisa di passionalità e di razionalità, dove l’aspetto preoccupante e serio della condizione paradossale, in cui si trovano i giovani di oggi, viene affrontato con una leggera profondità o con una profonda leggerezza di vedute.
Francesco Giuliano