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giovedì 28 settembre 2017

“Kingsman – Il cerchio d’oro” ovvero una disamina divertente del bene contro il male

Titolo: Kingsman – Il cerchio d’oro
Titolo originale: Kingsman: The Golden Circle
Regia: Matthew Vaughn
Soggetto: Mark Millar, Dave Gibbons
Sceneggiatura: Jane Goldman, Matthew Vaughn
Produzione Paese: USA 2017-09-28

Cast: Colin Firth, Julianne Moore, Taron Egerton, Mark Strong, Halle Berry, Elton John, Pedro Pascal, Channing Tatum, Jeff Bridges, Edward Holcroft, Sophie Cookson, Vinnie Jones, […]

Matthew Vaughn, oltre che regista, è anche sceneggiatore di questo secondo film della serie  Kingsman,  che  ha  voluto  realizzare  grazie  al  grande  successo del precedente Kingsman – Secret Service (2014).  Con  un  avvicendamento  di  scene mozzafiato sin dalle  prime sequenze, in cui  l’eroe positivo Gary 'Eggsy' Unwin (Taron Egerton) del gruppo  Kingsman  intraprende  una  esilarante lotta su un taxi in movimento con l’eroe  deviato  Charlie (Edward Holcroft),  che  è  alle dipendenze della cinica e crudele  Poppy (Julianne  Moore), si  evince  la caratteristica fumettistica e para- dossale, ma anche divertente e farsesca di questo film.
A causa di una distrazione di Gary il quartiere generale di Kingsman viene completamente distrutto e ciò mette a rischio la sicurezza mondiale. Conseguentemente gli eleganti e raffinati nel vestire e nei modi che definiscono l’uomo, Gary, il suo mentore Harry Hart (Colin Firth) e Merlino (Mark Strong) sono indotti ad allearsi con i grezzi e rozzi Statesman prendendo accordi con il loro capo (Jeff Bridges), che delega il cowboy Jack Daniels (Pedro Pascal), al fine di salvare il mondo dalla sadica e disumana Poppy, alla guida del Cerchio d’oro, che ha già messo sotto scacco gli Stati Uniti d’America con un traffico di droga letale, dando origine ad una nuova era.
Pur trattandosi di un film gradito solo dagli appassionati del genere, il regista riesce a rendere molte scene ironiche e sarcastiche con un perfetto ritmo divertente e sostenuto continuamente. Egli mostra anche coerenza espressiva ed eccezionale creatività attraverso uno stile coinvolgente e anche originale che non dà niente per scontato, anche se il filo conduttore del film è la lotta continua contro il male che insidia costantemente il mondo e il trionfo del bene che richiede tanta fatica e tanta perspicacia. Non trascura neppure i sentimenti umani positivi e quelli negativi, squallidi e immorali.
Nel film ci sono grandi attori come Colin Firth (Premio Oscar 2011per migliore attore nel film Il discorso del re), come Julianne Moore (Premio Oscar 2015 per Migliore attrice nel film Still Alice) e come il cantante Elton John nella parte di se stesso.
Filmografia
The Pusher (2004), Stardust (2007), Kick-Ass (2010), X-Men: L’inizio (2011), Kingsman - Secret Service (2014).
Francesco Giuliano

lunedì 25 settembre 2017

“L’equilibrio” mette in luce le profonde contraddizioni della Chiesa cattolica

Titolo: L’equilibrio
Regia e sceneggiatura. Vincenzo Marra
Produzione Paese: Italia, 2017

Cast: Mimmo Borrelli, Roberto Del Gaudio, Lucio Giannetti, Giuseppe D’Ambrosio, Francesca Zazzera, Autilia Ranieri, Paolo Sassanelli, Astrid Meloni, […]
In questo film viene usato, sia nel contesto che come titolo, un concetto scientifico, basilare in Chimica, che è quello di equilibrio che permette anche di comprendere le dinamiche sociali che si svolgono sia in ambito ampio che in un ambito ristretto quale può essere un piccolo paese, o un quartiere di una città. Esso, infatti, adattato al sociale, sancisce che se un ad sistema sociale (ad esempio, un quartiere o una parrocchia) che si trova in una situazione di equilibrio viene apportato dall’esterno una variazione ad uno dei fattori che lo ‘governano’, il sistema viene perturbato e tende a controbilanciare la variazione apportata al fine di ripristinare l’equilibrio”, con risvolti imprevedibili che mettono in evidenza le forti contraddizioni delle istituzioni sia politiche che religiose che dovrebbero governare quel sistema.
Questo è quello che prova e vive sulla sua pelle il prete Don Giuseppe (Mimmo Borrelli) che, per sfuggire all’amore dichiarato di una donna Veronica (Astrid Meloni), con la quale gestisce un centro di ricovero per extracomunitari a Roma, chiede al vescovo (Paolo Sassanelli) di essere trasferito al suo paese d’origine alle falde del Vesuvio. Accordata la richiesta, Don Giuseppe va a sostituire Don Antonio (Roberto Del Gaudio), un sacerdote che è molto stimato dagli abitanti della comunità e che è rispettato anche dai delinquenti che vi vegetano e che stabiliscono le regole di ciò che si deve o non si deve fare. Don Antonio, infatti, durante la fase delle consegne, lo avverte dicendogli che Tu sai che qua la situazione è complicata, quindi mantieni l'equilibrio. Don Giuseppe si accorge subito che queste regole non osservano la morale e vanno contro la dignità delle persone, per cui cerca di modificare lo stato delle cose apportando una variazione allo stato di equilibrio. Viene sollecitato dal collega Don Antonio a ritrovare la moderazione, l'equilibrio, ma Don Giuseppe va dritto sulla sua strada certo delle scelte che deve fare applicando i dettami evangelici. Ciò provoca una perturbazione al sistema che tende a controbilanciare la variazione apportata al fine di ripristinare l’equilibrio perduto. Don Antonio interviene redarguendo Don Giuseppe che si trova abbandonato anche dal suo vescovo che l’aveva favorito nel trasferimento.
Il regista Vincenzo Marra dimostra di muoversi d’istinto riprendendo spesso il protagonista di spalle che cammina, come se con quell’andare volesse dimostrare la sua volontà di raggiungere l’obiettivo della sua missione e realizzarlo. Egli descrive anche con sagacia la faccia squallida e depressa del meridione abbandonato a se stesso, dove sia la polizia che la chiesa cattolica osservano concordemente l’adagio vivi e lascia vivere, non considerando il fatto che in tal modo si dà adito alla violenza di proliferare sempre di più. La polizia se ne lava le mani e l’istituzione religiosa  preferisce avere le chiese piene di gente piuttosto che rispettare i dettami evangelici.

Filmografia
Tornando a casa (2001), Paesaggio a sud (2003), Venti di terra (2004), L’udienza è aperta (2006), L’ora di punta (2006).
                                                                                                  Francesco Giuliano

sabato 23 settembre 2017

Al XXXV edizione del Torino Film Festival la retrospettiva dedicata al regista Brian De Palma

La retrospettiva della XXXV edizione del TFF, che si svolgerà dal 24 novembre al 2 dicembre 2017 sarà dedicata a Brian De Palma. Sarà proposta, per la prima volta in Italia, una rassegna esaustiva dedicata al grande regista statunitense. Oltre ai lungometraggi, saranno presentati i cortometraggi, i documentari e i videoclip, in versione  originale  sottotitolata. Una maniera per (ri)scoprire un autore che ha avuto un'influenza fondamentale sul cinema dei decenni successivi. La retrospettiva è stata curata da Emanuela Martini, direttrice del Torino Film Festival.
Pilastro della New Hollywood, Brian De Palma è un autore fondamentale del cinema contemporaneo, grazie anche alla sua capacità eclettica che gli consente di spaziare tra generi diversi e di riproporre in modo originale e per niente scontato le lezioni delle avanguardie degli anni ‘60 e dei maestri del cinema classico. 
Nato nel New Jersey da genitori di origini pugliesi nel 1940, De Palma ha costruito con i suoi film un immaginario cinematografico indelebile, dove il thriller diventa al tempo stesso pop e dark, con una forte carica di erotismo. Scopritore di talenti, ha messo per la prima volta davanti alla macchina da presa molte delle star dei nostri tempi, giovani protagonisti dei suoi primi film, per esempio Robert De Niro poco più che ventenne in Ciao America! (1968) e Oggi sposi (1969). 
Durante gli anni ‘60 realizza il documentario The Responsive Eye (1966) e il lungometraggio Dionisio nel ’69 (1969), in cui sperimenta uno degli effetti che resterà un suo marchio di fabbrica: lo split screen. Alla fine degli anni ‘60 gira Murder à la Mod (1968), Ciao America! (1968, Orso d’Argento al Festival di Berlino) e Hi Mom! (1970).
Nel 1970, De Palma si trasferisce dal Greenwich Village di New York a Hollywood, dove realizza Conosci il tuo coniglio (1972) con Orson Welles, seguito dai primi incubi: Le due sorelle (1973) e Obsession – Complesso di colpa (1976). Nel frattempo, con Il fantasma del palcoscenico (1974) si fa notare dal grande pubblico internazionale. Nel 1976 realizza il primo film in assoluto ispirato a un romanzo di Stephen King: Carrie – Lo sguardo di Satana, con i giovanissimi John Travolta e Sissy Spacek. Il successo del film lo porta a girare uno dei suoi progetti più personali: Fury (1978). Da questo momento, senza rinunciare alla sua estetica, dirige film ad alto budget che diventano cult contemporanei: i thriller Vestito per uccidere (1980), Blow Out (1981) e Omicidio a luci rosse (1984), i gangster movies Scarface (1983), Gli intoccabili (1987) - con la memorabile sequenza della scalinata - e Carlito’s Way (1993). Seguono Mission: Impossible (1996), primo capitolo della saga con Tom Cruise, Femme Fatale (2002), Black Dahlia (2006), Redacted (2007, Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia) e Passion (2012). (Torino, 22 settembre 2017)
Francesco Giuliano

lunedì 18 settembre 2017

“Veleno” descrive l’osmosi degli effetti dannosi dei rifiuti tossici dall’ambiente ai rapporti umani

Titolo: Veleno
Regia e sceneggiatura: Diego Olivares
Produzione Paese: Italia, 2017

Cast: Luisa Ranieri, Massimilino Gallo, Salvatore Esposito, Miriam Candurro, Gennaro Di Colandrea, Marianna Robustelli, Nando Paone, […]
Diego Olivares, nel passare dalla professione di avvocato civilista a quella di regista con la sua opera prima “I cinghiali di Portici” (2003) e, ora, con questo interessante film “Veleno”, dimostra una personalità di promettente cineasta di eccellente livello. Ispirata a una storia vera, questa pellicola descrive le problematiche connesse ad un territorio altamente inquinato, quello meglio conosciuto come Terra dei fuochi, per lo smaltimento dei rifiuti tossici nelle discariche illegali. Quel che risulta interessante di questo film è la descrizione di un ambiente altamente malavitoso, degradato culturalmente, subdolo e perverso, dove ogni comportamento e ogni modo di essere prepotente e brutale rientrano apparentemente nella normalità sociale. È pure importante l’evidenziazione, seppure implicita, di una popolazione che accetta supinamente, sia per paura che per ignoranza, una continua violenza oltre che materiale anche psichica, e che affida la risoluzione di ogni problema a Dio o a qualche improvvisata fattucchiera, in quanto non c’è traccia alcuna delle istituzioni a cui dovrebbe essere affidato l’obbligo di vigilare, di difendere e di indagare sulle illegalità manifeste. Durante lo scorrere della pellicola, emergono in modo gradualmente crescente anche i contrasti tra due fratelli Cosimo (Massimiliano Gallo) ed Ezio Cardano(Gennaro Di Colandrea). Il primo resiste al ricatto piangendone le conseguenze: dopo aver visto bruciare la stalla con le sue bufale, non vuole vendere il terreno paterno al boss camorrista Donato Vasile (Nando Paone), che governa, agevolmente e senza alcuno ostacolo, come un re quel territorio. Il secondo, invece, si fa corrompere accettando, dietro lauti guadagni a basso rischio, di fare il guidatore del tir che trasporta i rifiuti tossici fino a destinazione. Da questa diatriba nasce il confronto tra l’onestà, l’attaccamento ai veri valori umani e la loro difesa a tutti i costi di Cosimo, e la dissolutezza di Ezio che offende con il suo comportamento ogni diritto umano sia fisico che morale. Il “veleno” materiale sotterrato, che ha effetti dannosi permanenti in quell’ambiente e sui suoi abitanti, in senso metaforico, infatti, costituisce anche un “veleno” che si insinua subdolamente nella società fino a compromettere irreversibilmente i legami fraterni e a rompere le relazioni di buona parentela come avviene tra Rosaria (Luisa Ranieri), la moglie di Cosimo che difende a spada tratta la decisione integerrima del marito, e la cognata Adele (Miriam Candurro) che, attratta dai soldi “facili”, spinge il marito Ezio a cedere al ricatto camorristico. Tra questi due poli contrapposti si erge, quasi ad assumere la figura di arbitro, o meglio di superman data la sua possente statura, Rino Caradonna (Salvatore Esposito), l’avvocato che cura a malincuore gli aspetti legali dell’azienda dello zio Donato Vasile e dei relativi traffici illeciti camuffati dal commercio della “frutta e verdura”. Rino è un uomo laureato che, ovviamente, evidenzia un livello di istruzione superiore a quello del paese in cui vive, e manifesta sia una profonda umanità che una latente contrarietà alle azioni delinquenziali dello zio, a cui deve soccombere per ricatto psicologico e materiale.
Diverse sono le strategie filmiche che il regista utilizza per coinvolgere lo spettatore, tra cui il profondo e sincero rapporto amoroso che esprime la coppia Cosimo – Rosaria, in alcuni tratti presentato come eccessivamente commovente, l’apparente normalità dello scorrere della vita quotidiana attraverso il trastullo giocoso e spensierato dei ragazzi, anche la fine dialettica tra onestà e illegalità, il filo sottile che unisce la vita alla morte e l’evidente mancanza di risposta delle istituzioni alla risoluzione dell’annoso problema camorristico associato ai rifiuti tossici e nocivi.
Apprezzabili e degne di nota sono le rispettive interpretazioni dei tre attori protagonisti, Luisa Ranieri, Massimiliano Gallo e Salvatore Esposito che dimostrano con la loro verve artistica di aver assimilato profondamente il carattere dei personaggi di cui vestono le sembianze.
Il film “Veleno”, presentato alla 74^ Mostra del Cinema di Venezia 2017, ha chiuso come evento speciale la Settimana della Critica. 
Francesco Giuliano


Filmografia
I cinghiali di Portici (2003).
Francesco Giuliano

mercoledì 6 settembre 2017

“Dunkirk” descrive il dramma durante la famosa evacuazione delle truppe inglesi

Titolo: Dunkirk
Regia, soggetto e sceneggiatura: Christopher Nolan
Produttore: Christopher Nolan, Emma Thomas
Produzione Paese: UK, USA, Olanda, Francia, 2017
Musiche: Hans Zimmer

Cast: Tom Hardy, Fionn Whitehead, Tom Glynn-Carney, Harry Styles, Mark Rylance, Kenneth Branagh, Cillian Murphy, Jack Lowden, Aneurin, Barnard, James D’Arcy, Barry Keoghan, […]


Durante la seconda guerra mondiale, settantasette anni fa, nel mese di maggio 1940, avviene l’evacuazione dei soldati inglesi nel porto di Dunkerque, dopo la sconfitta subita nella battaglia della Mosa da parte dell’esercito tedesco. L’intervento della RAF, tuttavia, consentì alla flotta militare mercantile e alle imbarcazioni private il salvataggio dell’esercito inglese, che contava una forza di quattrocentomila soldati, di cui se ne salvarono trecentotrentacinquemila.  E questo fu considerato comunque un successo se si pensa che quei soldati, rimasti intrappolati tra i tedeschi e il mare, potevano essere uccisi totalmente.
In questo contesto storico si svolge il film “Dunkirk” del quarantasettenne regista Nolan, il cui inizio avviene inquadrando alcuni soldati inglesi che cercano di fuggire dalle grinfie tedesche, e dei quali soltanto uno si salva. Questi riesce anche a raggiungere le sabbie di Dunkerque, dove sono raggruppati tutti i soldati in attesa di essere imbarcati per la madre patria.
Ovviamente le truppe inglesi sono sottoposte ai bombardamenti sia da terra che dall’aria, dove scorazzano gli aerei tedeschi che producono ingenti massacri.
“Dunkirk” è un film colossal per il numero di uomini impiegati e per i mezzi usati, con le caratteristiche di un documentario ma non lo è. Il regista, infatti, sostiene che in tal modo “ho potuto mostrare vari aspetti di ciò che accadde a Dunkerque in modo più efficiente e con più chiarezza emotiva di quanto avrei potuto fare se mi fossi attenuto ai semplici fatti”. La finzione del film, infatti, per l’ottima sceneggiatura appare più efficace del documentario perché fa penetrare lo spettatore nell’animo dei soldati e lo rende partecipe delle loro sofferenze, evidenziandone la paura, l’ansia, l’attesa, la fuga, la suspense, lo strazio, la morte, la lotta per la sopravvivenza ma anche il soccorso, e estraendone il profondo pathos. Grazie a effetti speciali efficaci, il regista descrive i tre ambienti dove si svolge l’evacuazione, senza mai mostrare per tutto il film soldati tedeschi se non alla fine, durante l’arresto del pilota Farrier, costretto all’atterraggio sulla spiaggia di Dunkerque con il suo aereo rimasto senza carburante. Il regista usa questo artificio per trasmettere allo spettatore l’idea del pericolo, qualunque esso sia e da qualunque parte provenga, terra, aria, acqua a cui aggiunge anche il fuoco, i quattro elementi aristotelici.
Le musiche ben si adattano alle scene descritte guidando lo spettatore verso una graduale intensità crescente di inquietudine e di emozioni.
Filmografia (Nolan di tutti i suoi film è stato anche sceneggiatore).
Following (1998), Memento (2000), Insomnia (2002), Batman Begins (2005), The Prestige (2006), Il cavaliere oscuro (2008), Inception (2010), Il cavaliere oscuro – Il ritorno (2012), Interstellar (2014).

Francesco Giuliano