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giovedì 20 ottobre 2016

“Neruda”, la poesia tradotta in immagini piene d’umanità ancestrale

Titolo: Neruda
Regia: Pablo Larrain
Sceneggiatura: Guillermo Calderòn
Produzione Stato: Argentina, Cile, Spagna, Francia 2016

Cast: Luis Gnecco, Gael Garcìa Bernal, Mercedes Moràn, Diego Muňoz, Pablo Derqui, Michael Silva, Jaime Vadell, Alfredo Castro, Marcelo Alonso, Francisco Reyes, Alejandro Goic, Antonia Zegers, […]


Posso scrivere i versi più tristi questa notte./ Scrivere, ad esempio: La notte è stellata,/ e tremolano, azzurri, gli astri in lontananza./ Il vento della notte gira nel cielo e canta. / Posso scrivere i versi più tristi questa notte./ Io l'amai, e a volte anche lei mi amò./ Nelle notti come questa la tenni tra le mie braccia./ La baciai tante volte sotto il cielo infinito./ …”. Quanta umanità e quanta profondità sentimentale si evince da questi versi semplici recitati, nel film, da Pablo Neruda (Luis Gnecco),pseudonimo di Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto, il poeta politico più noto al mondo che ha cercato di aiutare i poveri, i diseredati, i disgraziati della sua Terra, il Cile che, dopo la sua morte, ha vissuto una dittatura orrenda e sanguinosa in seguito al golpe capeggiato da Pinochet (1973). Questi, grazie all’esercito, abbatté lo stato democratico presieduto da Salvador Allende, la cui elezione (1970) era stata appoggiata da Pablo Neruda.
Il regista Pablo Larrain, con la direzione di questo bel film, a cui conferisce connotati particolari e suggestivi e anche grotteschi, dimostra ancora una volta il suo generoso e straordinario estro creativo costruendo una storia reale coronata da eccelsa poesia, che è la manifestazione artistica che conferisce agli animi sensibili un grande impulso rivoluzionario. “Neruda” è la poesia tradotta in immagini piene d’umanità ancestrale, perché la poesia è sentimento che si trasforma in una spinta dinamica, ricca di alterità conferente senso alla vita, che caratterizzò del poeta Neruda, attraverso i rapporti amorosi e benevoli, non solo quelli sessuali ma anche quelli rivolti ai bisognosi, tutta la sua esistenza.
Il film tratta, a partire dal 1948, le vicissitudini sofferte da Neruda quando, da senatore della repubblica cilena democraticamente eletto, rivolge delle gravi accuse di tradimento del popolo al Presidente Videla (Alfredo Castro) eletto con i voti del partito comunista. Ovviamente, Videla, ormai indossate le vesti di dittatore, sguinzaglia il prefetto Oscar Peluchonneau (Gael Garcìa Bernal), un arrivista immaginario bramoso di gloria, alla ricerca di Neruda. Da questo momento inizia un dialogo a distanza tra un arrampicatore sociale ed un sognatore con un inseguimento avventuroso, quasi inverosimile, a volte anche incredibile, simile al gatto che rincorre il topo, che a tratti risulta divertente e a tratti anche drammatico. Ad un certo punto, infatti, avviene uno scambio dei ruoli perché ci si confonde tra chi sia il fuggitivo e chi sia l’investigatore. In questo procedere, Neruda scrive la sua decima raccolta di poesie “Canto general” (Appena squillò la tromba,/ tutto era pronto sulla terra,/ e Geova divise il mondo/ tra Coca-Cola Inc., Anaconda,/ Ford Motors, e altre società …).
Il film è stato presentato al Festival del Cinema di Cannes 2016 nella Quinzane des Réalisateurs.
Filmografia
Fuga (2005), Tony Manero ( 2007), Post Mortem (2010), No - I giorni dell’arcobaleno (2012), Il Club (2016), Jackie (2016).
Francesco Giuliano

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