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venerdì 30 settembre 2016

“Café Society”, una digressione filosofico-sentimentale sugli eventi che caratterizzano la vita umana

Titolo: Café Society
Regia, Soggetto, Sceneggiatura: Woody Allen
Produzione Stato: Usa, 2016

Cast: Jesse Eisenberg, Jeannie Berlin, Steve Carell, Kristen Stewart, Blake Lively, Parker Posey, Corey Stoll, Ken Stott, Anna Camp, Stephen Kunken Sar Lennick, Paul Schneider, […]
Ancora una volta, Woody Allen con “Café Society” confeziona un excursus filosofico-sentimentale sugli eventi della vita umana e mostra la sua genialità nel trovare i mezzi dialogici, densi di significati e di tratti ironici, per indagare nella vita dei suoi personaggi e nel loro animo umano attraverso i riferimenti non solo filosofici, ma inconsapevolmente anche attraverso leggi scientifiche. E tutto questo lo fa egregiamente, come sa fare soltanto lui con il suo originale stile, imponendo allo spettatore attenzione sul susseguirsi degli eventi del film, in un’atmosfera serena e piacevole, ricca di decine di pezzi di magnifica musica jazz degli anni trenta.
La storia raccontata, una delle tante storie che possono verificarsi nella vita di un uomo, si riferisce a Bobby (Jesse Eisenberg), uno dei tre figli di una famiglia ebrea che vive a New York, il quale decide di trasferirsi a Los Angeles per cambiare sia il lavoro di gioielliere, sia la vita. Bobby è un giovane ingenuo, semplice, “naif” per intenderci, e di sani principi, tant’è che addirittura si rifiuta di iniziare alla prostituzione una bella ragazza Candy (Anna Camp) che gli si offre volontariamente. Aiutato dallo zio Phil (Steve Carrell), rinomato e ricco agente cinematografico di Hollywood, Bobby riesce ad affermarsi, conoscendo nel frattempo la bellissima segretaria dello zio, Vonnie, diminutivo di Veronica (Kristen Stewart), di cui si invaghisce abbagliato come “un cervo dai fari di un’auto”. I due si amano appassionatamente e rifuggono dall’ambiente frivolo e formale dei divi del cinema. L’amore è intenso anche se Vonnie, ad un certo punto, contraddicendosi per la scelta che fa, che è quella di sposare lo zio Phil e con lui preferisce “l’avere” piuttosto che “l’essere”, opta cioè per la vita agiata e  vuota di significato a discapito della genuinità sentimentale e sincera. Bobby, deluso, ritorna a New York per dimenticare e perché stanco di quell’ambiente non confacente al suo carattere. Qui, grazie al fratello gangster Ben (Corey Stoll), dirige brillantemente un night club, attraverso cui diventa famoso e ben voluto, conoscendo persone che contano nella società newyorkese ma anche un’altra bella donna, anche lei di nome Veronica (Blake Lively),che sposa e dalla quale ha dei figli. Nel frattempo, avvengono dei fatti importanti che stravolgono la vita di Bobby. C’è l’arresto del fratello che, per i delitti commessi, viene condannato a morte e che, durante la detenzione, si converte per opportunismo al cristianesimo, che è una religione che prevede una vita dopo la morte a differenza di quella ebraica. Poi avviene anche l’incontro con Vonnie, in trasferta a New York per un breve periodo col marito Phil. Questo incontro è “galeotto” perché fa riaffiorare i sentimenti amorosi tra i due che erano sedimentati per il tempo e per la dimenticanza. Sentimenti che, in ogni caso, li hanno condizionati nelle loro scelte future, così come avviene nella fisica delle particelle, in cui, secondo lo scienziato quantomeccanico Paul Dirac, “Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma in qualche modo, diventano un unico sistema. In altri termini, quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce”
Acuto, profondo e originale come sempre, Woody Allen sottolinea, con il solito sottile  sarcasmo, i punti sostanziali che governano la vita di ogni essere umano, in continuo divenire e in balia del caos, anche se rimangono indelebili nel tempo solo i suoi sentimenti: il mistero delle coincidenze, la vanità, la ricerca del successo e dell’effimero, il becero opportunismo manifestato anche alle soglie della morte, il credo religioso e il contrasto tra le varie confessioni religiose, l’assenza nell’uomo di indagare sulla propria vita e derivarne una valutazione, l’incapacità dell’uomo di governare la propria vita.
La pellicola è stata selezionata come film d'apertura, fuori concorso, del Festival di Cannes 2016.

Filmografia
Prendi i soldi e scappa (1965), Il dittatore dello stato libero di Bananas (1971), Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere (1972), Il dormiglione (1973), Amore e guerra (1975), Io e Annie (1976), Manhattan (1977), Interiors (1978), Stardust Memories (1980),Una commedia sexy in una notte di mezza estate (1982), Zelig (1983), Broadway Danny Rose (1984), La rosa purpurea del Cairo (1985), Hannah e le sue sorelle (1986), Radio Days (1987), Crimini e misfatti (1987), Settembre (1987), Un’altra donna (1978), Alice (1990), Ombre e nebbia (1992),  Mariti e mogli (1992), Misterioso omicidio a Manhattan (1993), Pallottole su Broadway (1994), La dea dell’amore (1995), Tutti dicono I love you (1996), Harry a pezzi (1997), Celebrity (1998), Accordi e disaccordi (1999), Criminali da strapazzo (2000),La maledizione dello scorpione di giada (2001),  Hollywood Ending (2002),Anything Else (2003), Melinda e Melinda (2004), Match Point (2005), Scoop (2006), Sogni e delitti (2007), Vicky Cristina Barcelona (2008), Whatever Works – Basta che funzioni (2009), Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni (2010), Midnight in Paris (2011), To Rome with Love (2011), Blue Jasmine (2013), Magic in the Moonlight (2014), Irrational Man (2016) .
Francesco Giuliano

sabato 24 settembre 2016

Arriva “Alice nella città”, la XIV edizione dal 13 al 23 ottobre 2016

La XIV edizione di “Alice nella città”, sezione autonoma e parallela della “Festa del Cinema di Roma”, dedicata alle giovani generazioni,  si svolgerà dal 13 al 23 ottobre 2016 presso l’Auditorium Parco della Musica e il Cinema Admiral. Essa sarà diretta da Gianluca Giannelli e Fabia Bettini e organizzata dall’Associazione Culturale PlayTown Roma, con il sostegno della Direzione Generale Cinema del MiBACT, del Comune di Roma che, anche quest’anno, garantirà il trasporto scolastico dei bambini del secondo ciclo elementare, della Camera di Commercio di Roma e grazie al contributo di Acea Spa, BNL-BNP Paribas e della SIAE.
La sigla della XIV edizione sarà diretta dai registi Massimiliano e Gianluca De Serio che, attivi ormai da diversi anni nel campo del cinema (Sette opere di Misericordia), del documentario (I ricordi del fiume) e della video arte in generale, si sono ispirati per la loro sigla al cinema di Abbas Kiarostami, in onore del quale “Alice nella città” in collaborazione con la cineteca del Museo del cinema di Torino proporrà una retrospettiva dei film del regista iraniano appena scomparso:
“I protagonisti della sigla sono alcuni giovani abitanti di una grande baraccopoli, - dichiarano i registi - una città nella città, che esisteva a Torino fino a qualche mese fa, sulle sponde del fiume Stura. Con loro abbiamo vissuto due anni della nostra vita, mentre giravamo il documentario "I ricordi del fiume". I ragazzi della baraccopoli sono intenti, nel buio, a "guardare oltre", guardare "una luce", che si concretizza poi nel film di Abbas Kiarostami "Dov'è la casa del mio amico?".  Essi sembrano infatti guardare, da luoghi diversi, tutti i film di Abbas. La sigla è dunque anche un omaggio al maestro iraniano, che abbiamo avuto modo di conoscere diversi anni fa, in giorni intensi di cinema e di amicizia. Alla fine, è una ragazzina, una nostra piccola ‘Alice’, che guarda, disegna, immagina e sogna il suo film, la sua città, tracciando un ponte fra il ragazzo del film e il suo mondo, nelle baracche che da lì a poco saranno distrutte, forse chiedendosi dove sia la casa del suo amico.”
Alice nella città, attenta ai temi giovanili, presenterà un programma di anteprime assolute, esordi alla regia e conferme originali. 

12 le opere del Concorso Young/Adult, 3 film Fuori Concorso, 2 co-produzioni con la Festa del Cinema e 2 eventi speciali, programmati all’interno degli spazi dell’Auditorium Parco della Musica. Mentre al Cinema Admiral si svolgerà il programma di Alice/Panorama, con 10 film che racconteranno il mondo delle nuove generazioni, offrendo il pretesto per dire agli adulti cose da e sui giovani, a cui si affiancherà la selezione del KINO Panorama/Italia, curata dai ragazzi del KINO, che come per la passata edizione metterà l’accento sul cinema italiano con proiezioni di film, documentari e cortometraggi di giovani promesse.
Il Premio ‘Camera D’oro Taodue 2016’, sarà assegnato dalla giuria presieduta dall’attore Matt Dillon e composta dalla produttrice Camilla Nesbitt, l’attrice Anna Foglietta, il regista Gabriele Mainetti, il regista Claudio Giovannesi e gli sceneggiatori Giordano Meacci e Francesca Serafini. (F.G.)

venerdì 23 settembre 2016

“Escobar” ovvero la descrizione violenta della perdita del paradiso in Terra

Titolo: Escobar
Titolo originale: Escobar: Paradise Lost
Regia e Sceneggiatura: Andrea Di Stefano
Musica: Max Richter
Produzione Paese: Francia, Spagna, Belgio 2014, (Uscita in Italia 25 agosto 2016)

Cast: Benicio Del Toro, Josh Hutcherson, Brady Corbet, Claudia Traisac, Carlos Bardem, Ana Girardot, Laura Londoño, Lauren Ziemski, Henry Bravo, aaron Zebede, Micke Moreno, Elmis Castrillo, Tenoch Huerta, Frank Spano, […]


Il film racconta, di riflesso, gli ultimi anni di vita del famoso trafficante di cocaina Pablo Emilio Escobar Gaviria, alias Pablo ( Benicio Del Toro), a Medellin, in Colombia, prima che venisse imprigionato. È stato uno dei più ricchi criminali della storia moderna che basò il suo “successo” sul motto “lasciarsi corrompere o morire” perché, uccidendo senza pensarci un attimo chi si rifiutava di collaborare, riuscì a corrompere ufficiali della polizia, giudici e politici. Egli era ben voluto dal popolo perché elargiva soldi e favori a chicchessia, tant’è che fu pure eletto senatore per un breve periodo. È una regola sociale che laddove la povertà dilaga, il ricco malfattore diventa “onnipotente” e viene venerato come se fosse un Dio. E tutto questo si coglie perfettamente nel film.
La storia del film inizia dal momento in cui due fratelli canadesi Nick (Josh Hutcherson) e Dylan (Brady Corbet) si trasferiscono sulla costa del Pacifico colombiano, perché attratti dalle bellezze naturali e perché vogliono aprire una scuola dello sport acquatico surf per il quale l’oceano è molto adatto per le sue onde perfette. Dylan è sposato con Laure (Ana Girardot),  mentre Nick non ha ancora legami affettivi. È per questo che, quando incontra casualmente Maria (Claudia Traisac), se ne innamora perdutamente. Amore che viene ricambiato apertamente con vigore e schiettezza. Questo legame con Maria, nipote prediletta di Pablo Escobar, per il susseguirsi degli eventi, veicola pian piano e irreversibilmente Nick nell’ambiente malavitoso e terribile da cui gli diventa impossibile distaccarsi. Nick, giovane affabile, onesto, non violento, amante dello sport, per amore di Maria, purtroppo, si viene a trovare come un uccello in gabbia, da cui gli viene difficile scappare ed è costretto ad accettare incarichi criminosi che sono avulsi dalla sua indole bonaria e pacifica. Nick, in sintesi, dal quel paradiso terrestre che lo aveva attratto passa in una situazione infernale, dove non sa come muoversi e come agire per evitare di commettere i delitti che gli vengono ordinati. La sua vita diventa un continuo incubo orribile perché risulta vano ogni tentativo di fuga da quel terrore. E comprende che per lui sarà finita, se non riuscirà a fuggire, quando telefonando a Pablo costui si paragona a Mowgli, il personaggio creato da  Rudyard Kipling  ne ‘Il libro della giungla’, che nel finale del romanzo deve “lasciarsi alle spalle gli amici e lui (Nick) è uno di questi”.
Un film drammatico, molto coinvolgente, che suscita nello spettatore un forte e continuo stato di tensione, e che pone di fronte due mondi contrapposti: quello della criminalità e quello della genuinità umana anche se ambedue tendono, con mezzi diversi, al valore fondamentale della società che è quello della famiglia basato sull’amore e sul rispetto. Il film è ben costruito e diretto da Andrea Di Stefano, romano, trasferitosi giovanissimo negli USA per studiare all'Actor's Studio, che ne ha scritto l’ottima sceneggiatura, realizzando perfettamente un personaggio, quello di Escobar, molto vicino alla realtà, cinico, disumano, violento, calcolatore, terribile, prossimo alla divinità, deciso, magnificamente interpretato dall’ottimo Benicio Del Toro.

Filmografia
Andrea Di Stefano è stato protagonista in “Il principe di Homburg” (1997) di Marco Bellocchio, “Il fantasma dell’opera” (1998) di Dario Argento, “Prima che sia notte” (2000) di Julian Schnabel, “Almost Blue” (2000) di Alex Infascelli, “Hotel” di Mike Figgis, “Il vestito da sposa” (2004) di Fiorella Infascelli.
Francesco Giuliano