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giovedì 8 novembre 2012

Con il film “Io e te” il regista Bernardo Bertolucci ancora una volta dimostra la sua indiscussa bravura di interprete dell’animo giovanile

Titolo: Io e te
Regia: Bernardo Bertolucci
Soggetto: Niccolò Ammanniti
Sceneggiatura: Bernardo Bertolucci, Niccolò Ammanniti, Umberto Contarello, Francesca Marciano
Produzione: Italia, 2012
Cast: Jacopo Olmo Antinori, Tea Falco, Sonia Bergamasco, Veronica Lazar, […]

Un ragazzo introverso, il quattordicenne Lorenzo (Jacopo Olmo Antinori), si trova in difficoltà psichiche nel suo stare tra i coetanei, non sopporta il confronto, vuole fuggire dal mondo caotico alla ricerca di se stesso e delle cose che ama, e che soltanto la solitudine gli può fare trovare. Lorenzo vuole scappare anche dalla madre apprensiva e oppressiva, soffre dell’assenza del padre, ma serva in animo suo una grande umanità dimostrata dalla visita che fa alla nonna (Veronica Lazar) degente in ospedale. Lorenzo vive in un mondo reale che non gli appartiene, ma in cuor suo ha un suo mondo ideale e va alla ricerca di questo mondo. Architetta, allora, un piano nei minimi particolari munendosi delle provviste necessarie, del cellulare e dell’abbronzante, e anche di un formicaio, all’insaputa della madre (Sonia Bergamasco) per isolarsi dal mondo. Si rifugia, infatti, nella cantina dell’appartamento in cui vive con i genitori, nello stesso periodo in cui la sua classe va in gita per la settimana bianca. In quella cantina angusta, piena di polvere e di oggetti abbandonati, Lorenzo ascolta la sua musica preferita ad altissimo volume, osserva l’organizzazione sociale perfetta delle formiche, cammina tra due scatoloni zigzagando come un armadillo a formare un otto, che in posizione orizzontale rappresenta l’infinito, mentre fuori la vita scorre veloce. Quando incomincia a godere della tanto sospirata solitudine avviene un evento inaspettato e inizialmente sgradevole per Lorenzo che gli scompiglia l’equilibrio conquistato. Nella cantina irrompe la sorella Olivia (Tea Falco), figlia del padre con la precedente moglie che vive a Catania, in Sicilia, dove gestisce un negozio di scarpe. Olivia diventata tossicodipendente da eroina per fuggire anche lei, a modo suo, e in modo deleterio dal mondo, mostra, durante la sua permanenza nella cantina, una grande sofferenza, una profonda afflizione, dolori ovunque, insonnia, vomito, ed evidenzia palesemente le offese che la droga hanno portato al suo corpo e anche alla sua mente, ma al tempo stesso in questo turbinio di comportamenti mostra di possedere una grande amorevolezza e affettuosità.
La costrizione forzata della convivenza, la condivisione degli spazi angusti, la dichiarazione delle convinzioni personali come quella di Olivia - Se io e te non avessimo punti di vista saremmo liberi di osservare la realtà come realmente è, senza farci influenzare,  oppure  il dialogo sulle conseguenze della droga: O. -  Quando ti fai non ti tocca nulla, non senti più niente, nessuno ti può fare del male quando ti fai, L. - Be', non è una figata?, O. - No, non è una figata ... perchè sei indifferente, e l'indifferenza non è una bella cosa, e poi diventi fredda, cattiva…" , via via fanno nascere, anzi scoprire, in ambedue quell’affetto semplice e genuino che trasferisce nel loro animo felicità e condivisione di sentimenti, e che gli fa scoprire la forza dell’amore, che li porta a vedere il mondo da cui hanno cercato di fuggire da un’altra visuale.
Bravissimi i due attori giovani alle prese con la loro fatica cinematografica, Jacopo Olmo Antinori e la bellissima e affascinante catanese Tea Falco.
Il film è tratto da libro omonimo di Niccolò Ammanniti, biologo mancato, ma scrittore molto prolifico sia per i lettori che per i registi, che è passato alla ribalta sia con il libro “Io non ho paura”(2001) da cui nel 2003 Gabriele Salvatores realizzò il film omonimo, sia perché ha vinto il premio Strega nel 2007 con il romanzo “Come dio comanda” da cui lo stesso Salvatores  realizzò un altro bel film.
Bernardo Bertolucci, che ritorna dopo molto tempo al cinema dopo la sua malattia che lo ha costretto sulla sedia a rotelle, mostra ancora una volta tutta la sua bravura di grande regista nello sviscerare e interpretare magistralmente i sentimenti della gioventù moderna.