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domenica 4 novembre 2012

Il regista Massimiliano Bruno con il film “Viva l’Italia” descrive, in chiave satirica, con amarezza e afflizione il degrado morale e del senso civico del nostro paese.

Titolo: Viva l’Italia
Regia: Massimiliano Bruno
Soggetto e sceneggiatura: Edoardo Falcone, Massimiliano Bruno
Musica: Giuliano Taviani, Carmelo Travia
Produzione: Italia, 2012
Cast: Michele Placido, Raoul Bova, Alessandro Gassman, Ambra Angiolini, Rocco Papaleo, Edoardo Leo, Maurizio Mattioli, Rolando Ravello, Elena Cucci, […]

La descrizione sociale e politica, anche se in chiave magistralmente satirica, avulsa da sterile moralismo, che il regista Massimiliano Bruno fa del paese Italia con questo film “Viva l’Italia” è rigorosamente attinente alla realtà attuale. Il regista, per far questo, illustra i connotati di una presumibile famiglia di un capo indiscusso di partito politico al potere, il grottesco Michele Spagnolo (Michele Placido), i cui tre figli, Riccardo (Raoul Bova) medico, Valerio (Alessandro Gassman) amministratore di una società che fornisce il cibo per gli ammalati dell’ospedale, e Susanna (Ambra Angiolini) attrice, sono stati tutti e tre raccomandati (il medico a sua insaputa) per il posto che occupano.
L’ipocrisia dilagante, il cinismo, l’uso della menzogna, l’arroganza, l’assenza di etica e di morale dei politici, il malcostume, lo sperpero del denaro pubblico, l’uso sfrenato delle raccomandazioni, il favoritismo sistematico, il privilegio del demerito a svantaggio del merito, l’ignoranza, la Cultura che viene maltrattata perché incomoda al potere politico, l’opportunismo e il trasformismo di chi vuol fare carriera, l’inciucio, il compromesso, il danneggiamento della sanità pubblica per salvaguardare quella privata, la precarietà del lavoro, la disgregazione della famiglia, il populismo e la demagogia, e chi più ne più ne metta, sono le considerevoli peculiarità salienti che affiorano dalla descrizione satirica delle vicende interne ed esterne che ruotano attorno alla famiglia Spagnolo, in questa stravolgente commedia. Vicende che fanno ridere amaramente gli spettatori della cui esistenza però sono consapevoli visti i corrispettivi fatti di cronaca di questi ultimi tempi.
Il regista costruisce magistralmente, tuttavia, tutte le storie attorno al tema della verità, e lo dimostra quando Michele Spagnolo, colpito da ictus cerebrale, pirandellianamente parlando incomincia a dire tutta la verità come quando, in ospedale, afferma "… io sono ricco, passo davanti, lei è povera e s'attacca al cazzo!".

Il regista, nel corso del film, come voce narrante, dopo aver citato vari articoli della Carta costituzionale sempre disattesi, rinforza ancora il tema della verità sul finire del film quando afferma che bisognerebbe introdurre nella Costituzione italiana un ulteriore articolo, il centoquarantesimo, che dovrebbe sancire che "Tutti i cittadini hanno il diritto di conoscere la verità", in modo che ogni cittadino dopo aver votato consapevolmente possa rendersi conto a posteriori di avere sbagliato oppure no, “aggiustando il tiro” la volta successiva.
Massimiliano Bruno, autore teatrale e televisivo che, con il suo primo film “Nessuno mi può giudicare” con la brava Paola Cortellesi e Raoul Bova, si fa conoscere per la bravura dimostrata dal grande pubblico cinefilo, in “Viva l’Italia” fa uso di un linguaggio satirico che si avvicina a quello del compianto Mario Monicelli perché, come questo regista, non rispetta la retorica, è aggressivo, mette in evidenza il cinismo, il menefreghismo, l’indifferenza, il trasformismo dei politici italiani, smaschera la sacralità e mette in luce anche la fragilità dei suoi personaggi, dei quali evidenzia i caratteri miseri e meschini fino al punto di ridicolizzarli.
Il film è popolato da un gran numero di attori noti e meno noti, che reggono molto bene la loro parte, tra i quali spiccano per la bravura istrionesca Michele Placido e Rocco Papaleo (Tony).