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venerdì 10 febbraio 2012

Nel film A.C.A.B. di Stefano Sollima la violenza è fine a se stessa.

Titolo: A.C.A.B. - All Cops Are Bastards
Regia e sceneggiatura: Stefano Sollima
Produzione: Italia, 2011
Cast: Pierfrancesco Favino, Marco Giallini, Filippo Nigro, Domenico Diele, Andrea Sartoretti, Roberta Spagnolo, [...]





A.C.A.B., acronimo di All Cops Are Bastards, che tradotto vuol dire Tutti i poliziotti sono bastardi, è un film tratto dal libro omonimo del giornalista di “la RepubblicaCarlo Bonini. La sceneggiatura e la regia sono di Stefano Sollima, il quale nella conduzione di questo film manifesta tutta la sua esperienza maturata nella realizzazione di documentari bellici e in quella di serie tv di matrice poliziesca. Il film nella descrizione degli scontri manifestanti-polizia, infatti, sembra un documentario, tanto vicina alla realtà è la loro ricostruzione scenografica, e affronta fatti di cronaca quotidiana relativi al modo di pensare e agire dei poliziotti delle squadre mobili, detti appunto celerini, che si autodefiniscono con un tormentone da loro stessi cantato celerini, figli di puttana!. Modo di pensare e di agire che omologa i loro comportamenti a quelli di un branco fino a farli credere fratelli e indurli a darsi dei soprannomi che lasciano intendere la loro visione del mondo: Cobra (Pierfrancesco Favino), Negro (Filippo Nigro), Mazinga (Marco Giallini). Questi appellativi, infatti, fanno intuire quanto influisca dal punto di vista psicologico l’appartenenza ad una squadra atta ad affrontare una folla di manifestanti, siano questi scioperanti o tifosi, clandestini o sfrattati, in maniera irruente e a volte anche cruenta, al fine di sedarla o comunque disperderla. L’incidenza è tale che i diversi componenti della squadra agiscono nel difendere le istituzioni più per rabbia e per odio che per rispetto dell’ordine pubblico. Lo fanno con una prepotenza e una violenza talmente elevate da far paura come se gli indigenti contro cui agiscono siano loro nemici personali. Lo fanno senza manifestare di possedere la minima idea di ciò che significa valore e azione democratici. Mentre, in effetti, anche loro vivono e soffrono di condizioni simili a tutti coloro che vestono le vesti di chi reclama il rispetto dei propri diritti e che lottano per la salvaguardia di questi: agiscono, ad esempio, contro gli sfrattati anche quando loro stessi sono stati sfrattati o contro gli estremisti anche quando hanno dei figli intransigenti. La loro predisposizione a svolgere questo lavoro allude ad una mentalità ti stampo fascista (in casa di Cobra, ad esempio, c’è una foto del Duce appesa al muro) per l’uso di mezzi e metodi violenti con efficacia momentanea però. Violenza in una società violenta, dunque. Violenza genera violenza purtroppo, tant’è che anche dall’altra parte si ricorre a metodi di ugual natura nel senso che chi viene ritenuto vittima diventa carnefice.




Da questo modo di essere e di agire, tuttavia, si distacca il celerino Adriano (Domenico Diele) il quale, a differenza di tutti gli altri sprovvisto di soprannome, vedendo e vivendo situazioni da lui non condivisibili abbandona la squadra. Ciò dimostra che non tutti i poliziotti la pensano allo stesso modo. Con questo film, che ha chiari riferimenti socio-politici attualissimi, Sollima non prende posizione ma descrive come un vero cronista ciò che succede ogni giorno in qualunque parte d’Italia tra manifestanti e polizia.

Fonti:
http://www.mymovies.it/biografia/?r=22413
http://www.mymovies.it/film/2011/acab/poster/