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giovedì 27 ottobre 2011

La gabbia de La pecora nera di Ascanio Celestini



Questo film del bravo Ascanio Celestini che affronta un tema attualissimo e, in un certo senso, assume il carattere dell’universalità, in quanto tratta una storia molto semplice ma dai connotati significativi e allusivi che, a tutto tondo, riguardano ognuno di noi. Insegna, questa storia che sin dalla nascita ci troviamo gradualmente racchiusi in una gabbia, le cui sbarre diventano tanto più spesse quanto di più sono i condizionamenti mentali esterni, i divieti, gli impedimenti che ci vengono imposti e da cui diventa difficile uscire. Anzi impossibile! Così come, del resto, avviene per un “pazzo” che, chiuso in un manicomio dai “cento cancelli”, cerca di scappare ma ne riesce a superare novantanove ma non il centesimo.



Noi siamo ciò che ci insegnano ad essere sin da quando siamo in fasce: l’educazione ricevuta dalla famiglia, dalla “strada” e dalla scuola bolla irreversibilmente la vita di ognuno di noi. Essa traccia quel percorso vitale che in genere è conosciuto con il nome di destino: paradossalmente ognuno diventa artefice e vittima della propria sorte, faber est suae quisque fortunae. Questo è il tema che riguarda ogni essere umano, sia esso di sesso maschile o femminile, dal momento che viene messo al mondo e che caratterizza l'intera esistenza della protagonista del mio ultimo romanzo “Come fumo nell’aria”, edito da Prospettiva editrice.



Il film di Celestini narra la vita Nicola, da ragazzo ad adulto trentacinquenne, che va incontro, in questo lungo lasso di tempo, a diverse situazioni e avversità sfavorevoli alla crescita psichica: la morte prematura della madre, l’affidamento alla nonna che vede la risoluzione di ogni problema nelle “uova fresche di giornata”, il disprezzo ricevuto a scuola da una maestra ingorda, la morte di un suo compagno di scuola “deficiente” che rimane conficcato sulla punta di un cancello, il comportamento autoritario del padre. Non va trascurata la cattiveria dei fratelli, i quali lo fanno diventare correo di un delitto, del quale non conosce i connotati, e lo intrappolano in una tacita corresponsabilità che lo rende vittima del suo stesso destino e complice in una società basata sulla cattiveria, sullo squallore, sulla superficialità, sulla meschinità e anche sull’opportunismo. Tutto ciò conduce Nicola, anche quando acquista la forza di scegliere liberamente, di ascoltare il suo cuore e di agire in base all'istinto e ai sentimenti, ad avere la consapevolezza che quando si è “segnati” si viene sempre scartati, respinti inesorabilmente dalla società, rimanendo tragicamente intrappolati nella propria “gabbia”. Eccellente, come sempre Ascanio Celestini nella duplice veste di attore e per la prima volta di regista, affiancato da una figura “imponente” interpretata da Giorgio Tirabassi. (Francesco Giuliano)


Fonti:



Gabriele Muccino, un' artista dell' amore.

Gabriele Muccino è un giovane regista e sceneggiatore italiano, nasce a Roma il 20 Maggio del 1967,  figlio di un dirigente Rai e di una pittrice è fratello di Silvio, noto attore.
La sua carriera inizia come assistente di Pupi Avati, e Marco Risi e come attore di varie serie televisive, gli esordi alla regia arrivano alla fine degli anni 90 con la produzione di alcuni documentari. Il primo film arriva nel 1998, con la direzione di "Ecco Fatto", al quale seguono numerosi spot pubblicitari di successo.
Nel 1999 arriva il primo successo, con la regia nel film "Come Te Nessuno Mai", che vede il fratello Silvio tra gli interpreti ed ha spunti autobiografici.
Nel 2001 con l' enorme successo del film "L' Ultimo Bacio" si consacra tra i principali autori leggeri del nostro cinema e prosegue una carriera che almeno rispetto al grande pubblico, può considerarsi trionfale.
I contenuti di Muccino spesso non sono eccelsi, si tratta più che altro di commedie romantiche, ma all' interno del suo genere può essere considerato uno dei migliori autori.
Nel 2006 Gabriele Muccino esordisce a Hollywood, dove dirige 2 film, entrambi con Will Smith.

Filmografia:
"Ecco Fatto" (1998).
"Come Te Nessuno Mai" (1999).
"L' Ultimo Bacio" (2001).
"Ricordati di Me"  (2003).
"La Ricerca della Felicità" (2007).
http://info-italia-cinema.blogspot.com/2011/10/la-ricerca-della-felicita.html
"Sette anime" (2009).
"Baciami Ancora" (2011).

Intervista con Muccino:
http://www.youtube.com/watch?v=9apapCyRF0I

Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Gabriele_Muccino

La Locandina del Film "Alla Ricerca della felicità", diretto da Muccino.
Foto proprietà della Galleria fotografica online di Baia.

Primo Amore, inquietante storia d'amore

Primo Amore, è un film diretto da Matteo Garrone, liberamente ispirato al libro Il Cacciatore di Anoressiche, uscito nelle sale cinematografiche nel 2004. Il film è stato presentato al 54° Festival di Berlino dividendo la critica. La trama ambientata a Verona, racconta di Vittorio (interpretato dallo scrittore Vitalino Trevisan) ossessionato dalla magrezza, al punto di plasmare e mutare il corpo e la mente di Sonia secondo il suo ideale, interpretata da Michela Cescon, (che per l'occasione ha perso 15 kg) rendendola vittima sacrificale di questa sua perversione .




Garrone attraverso immagini cupe e forti dirette da Marco Onorato, delinea perfettamente l'aspetto psicologico dei personaggi, dando vita a una storia d'amore malata, fatta di ossessioni e desideri folli che forgerà i protagonisti per tutto il film portandoli all'autodistruzione.


Garrone nel fim, ci parla dell'incapacità di amare, della contraddizione di ciò che si vuole e ciò che si è, e lo fà in modo violento, passando in maniera viscerale attraverso la mente umana, dando vita a un noir inquietante e suggestivo.

Matteo Garrone:
http://info-italia-cinema.blogspot.com/2011/11/matteo-garrone-artista-di-cronaca_03.html

Trailer:






Fonti:


"H2odio", un thriller di Alex Infascelli.

"H2odio" è un thriller del 2006 diretto da Alex Infascelli, il regista, assieme a Vincent Villiani, si è occupato anche della sceneggiatura, il montaggio è stato curato da Consuelo Catucci, la produzione da Gianluca Curti, le musica da Hervestman, la fotografia da Anarldo Catinari, la scenografia da Eugenia Di Napoli.
Nel cast hanno partecipato Chiara Conti, Olivia Crescentini, Claire Falconer, Anapola Muchkadiz, Platinette Mandala Tayde e Olga Shuvalova.
"H2odio" è il terzo film di Alex Infascelli, il regista, dopo le precedenti produzioni, che non avevano riscontrato nè l' appoggio del pubblico, nè quello della critica, decise di auto-prodursi (ritenendosi boicottato).
Il film non usci nelle sale, ma fu venduto direttamente nelle edicole, riscuotendo un successo mediocre, neanche la  trama del film convince:
5 ragazze si recano in un isola deserta a sperimentare una nuova dieta, a base d' acqua, lì incominciano sparizioni e omicidi.

Alex Infascelli:
http://info-italia-cinema.blogspot.com/2011/10/alex-infascelli.html

Fonti:
http://www.filmscoop.it/cgi-bin/recensioni/h2odio.asp
http://it.wikipedia.org/wiki/Alex_Infascelli

Trailer:
http://www.youtube.com/watch?v=VSDtzlnBN6U



Gianni Di Gregorio, un eclettico sceneggiatore e regista.

Gianni Di Gregorio nasce a Roma il 19 febbraio 1949. Da sempre appassionato di cinema e teatro si diploma in regia e recitazione presso l'Accademia di Arti Sceniche di Roma, diretta da Alessandro Fersen. Lavora per tre anni nel teatro come attore e aiuto regista, abbandonandolo successivamente dopo la visione del film di Scorsese "Means Street".
La sua carriera cinematografica inizia nel 1986 come sceneggiatore di pellicole di Felice Farina (Sembra morto, ma è solo Svenuto) e Marco Colli (Giovani senza Pensieri). Durante il 1991-92 si dedica alla sceneggiatura dei film Naufraghi Sottocosta di Marco Colli e Affetti Speciali diretto da Felice Farina. Nel 2000 lavora alla scrittura della pellicola di Viva le Scimmie! sempre di Marco Colli.

L'Approccio alla regia, arriva con la conoscenza di Matteo Garrone, con il quale collabora come aiuto regista per il film :Estate Romana, proseguendo con L'Imbalsamatore (2002) e Primo Amore (2003).
Nel 2007 scrive Gomorra, con la collaborazione di Braucci, Chiti, Gaudioso, lo scrittore e il giornalista Saviano e Garrone stesso, grazie alla quale otterrà il David di Donatello e l'European Film Award per la sceneggiatura nel 2008.
Il debutto come regista arriva con successo nel 2008 con la commedia dal risvolto neorealista Pranzo di Ferragosto, nella quale dirige un gruppo di attori non professionisti con scanzonata ironia, rendendo il film una pellicola leggera e divertente (fatta a sua immagine e somigliana) che piace sia al pubblico che alla critica, facendogli vincere il David di Donatello come miglior regista esordiente.
Ripete l'esperienza nel 2011 con il film Gianni e le donne, amara commedia incentrata sulla vita di un uomo appesantito dall'età che avanza, che cerca la seconda giovinezza . Sebbene la pellicola non riscuota il successo della precedente, il film piace, perchè riconosce a Di Gregorio la capacità di raccontare con garbato umorismo la realtà di un'età matura in modo pensato ma leggero.

Filmografia:
Pranzo di Ferragosto:
http://info-italia-cinema.blogspot.com/2011/10/pranzo-di-ferragosto-il-divertente.html
Fonti:
http://www.mymovies.it/biografia/?r=24537
http://www.cinemaitaliano.info/pers/002263/gianni-di-gregorio.html

Sull'agape o amore materno, il film di Pupi Avati "Una sconfinata giovinezza".



Un film o meglio una fiaba dei nostri tempi, come è nello stile del regista Pupi Avati, dove la trama poetica suscita nello spettatore forti emozioni e gli fa provare sensazioni che lo coinvolgono completamente. Parla, questo bel film, di due personaggi, “giganti” nella loro semplicità, ormai non più giovani, che si amano, come se vivessero fuori dal proprio tempo, come se fossero nella fase di innamoramento: lui, una persona di elevata staturaculturale, giornalista sportivo di successo, lei brava docente universitaria, coniugi senza figli. Vivono presi dal loro lavoro quotidiano, felici e sereni senza problemi di rilievo finché subentra subdolamente una malattia che coglie all’improvviso il marito, che scombussola il quieto vivere e che spadroneggia tra le mura di quell’incantevole ma raro focolare e che, a poco a poco, non domina solo un corpo, ma intreccia nell’animo della moglie una tetra maglia sottile, invisibile, impercettibile, che, rendendo vana ogni speranza di guarigione, gradualmente, le infonde nel contempo coraggio e animosità.
L’eros che si era manifestato prima come desiderio reciproco, come smania ricambiata, come mutua frenesia, come biunivocità collaborativa, incomincia a cedere il passo, di fronte alla cattiveria e alla spietatezza generate da quella disumana malattia, a un graduale distacco disumano. Non c’è più reciprocità d’amore, non c’è scambio d’affetti, c’è soltanto perdita di quell’umano grande valore amoroso tanto e per tanto tempo riposto nella persona amata. Non c’è più eros ricompensato, c’è allontanamento. L'amore si trasforma in disamore!
La mancanza di figli, tuttavia, per un prodigio suscitato dalla lettura di una lettera, fa diventare per la donna il marito un figlio da accudire e da assistere e con cui giocare appassionatamente. Ed ecco che la mancanza di eros, fa insorgere improvvisamente l’agape, cioè quella concezione d’amore che prescinde dal valore assegnato ad una persona e dalla reciprocità d'affetto, ovvero quell’amore che una madre ripone verso il proprio figlio. Il marito diventa figlio. La moglie diventa madre. Soltanto con l’agape la moglie accetta il rifiuto, la mancanza di riconoscenza, l’ingratitudine. Accetta tutto.

Grandi e da premio Oscar Fabrizio Bentivoglio e Francesca Neri. Bravissimo Avati che ha saputo creare, con continui flashback essenziali per la comprensione del film, atmosfere da sogno, per una storia che sogno non è. Purtroppo!(Francesco Giuliano).



Fonti: